Omaggio a / Tribute to Vittorio De Seta
in collaborazione con / in cooperation with
Direzione Rai Teche, CRicd – Filmoteca Regionale Siciliana

La retrospettiva che il Sole Luna Doc Film Festival dedica a Vittorio De Seta, di cui si celebrerà il prossimo anno il centenario della nascita avvenuta a Palermo nel 1923, è l’omaggio ad un grande maestro del cinema italiano che ha concentrato la sua filmografia nel racconto dell’Italia attraverso un linguaggio in equilibrio tra il realismo del documentario e la finzione del mezzo cinematografico.
Tra la sua estesa filmografia che comprende 22 titoli abbiamo deciso di valorizzare tutti i cortometraggi documentari, realizzati tra il 1954 e il 1959 in Sicilia, Calabria e Sardegna, tra cui la sua pietra miliare Isole di fuoco, vincitore come miglior documentario al Festival di Cannes nel 1955. Protagonisti dei dieci cortometraggi, restaurati dalla Cineteca di Bologna e pubblicati con il titolo Il mondo perduto nella collana Real Cinema di Feltrinelli, sono i gesti e il lavoro di pescatori, pastori e contadini di una Italia agropastorale caratterizzata da un rapporto con la natura ormai “perduto”.
Chiude la selezione la versione cinematografica di Diario di un maestro, opera tratta dal libro autobiografico Un anno a Pietralata (1968) di Albino Bernardini e che nel 1973 fu rivoluzionaria per il cinema italiano per aver avuto la capacità di entrare dentro una scuola di borgata e raccontare l’ostinazione di un maestro elementare nella sua missione di costruzione delle coscienze con metodi didattici innovativi per l’epoca.
L’omaggio a De Seta comprende anche una tavola rotonda in collaborazione con la Filmoteca Regionale Siciliana che ha avuto il merito di riscoprire Vittorio De Seta negli anni ’90 dandogli l’attenzione che meritava all’interno del panorama cinematografico nazionale che lo aveva lasciato ai margini. Vittorio De Seta è stato infatti un cineasta non convenzionale, che si è occupato di temi non privilegiati dall’industria cinematografica e con un linguaggio che Martin Scorsese, durante un omaggio al Tribeca Film Festival, ha definito quello di «un antropologo che si esprime con la voce di un poeta».
A completare l’omaggio al Maestro palermitano sarà un cortometraggio di animazione a lui dedicato da Simone Massi, uno dei più visionari animatori del nostro cinema. Auspichiamo che questa retrospettiva sia un viaggio nel tempo e, come per tutti i classici, sia un piacere che si rinnova per chi già lo conosce e una scoperta sorprendente ed esemplare per le nuove generazioni.

Vittorio De Seta e la Filmoteca Regionale Siciliana / Vittorio De Seta and the Filmoteca Regionale Siciliana
testo a cura di / text edited by CRicd – Filmoteca Regionale Siciliana

La Filmoteca Regionale Siciliana ha cominciato ad interessarsi al cinema di Vittorio De Seta nei primi anni Novanta del Novecento, quando l’industria cinematografica e il grande pubblico avevano già da tempo dimenticato il regista siciliano che tra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta aveva conosciuto il successo popolare pur rimanendo un cineasta indipendente e poco convenzionale, sempre ai margini di quell’industria che toglieva il cuore e l’anima al cinema.
Il primo passo fu il recupero del suo corpus cinematografico: pellicole 35 mm, ma anche cassette Beta e U-matic, rare foto di scena e una minuziosa raccolta di articoli di giornali e riviste, materiali che confluirono nel primo volume a lui dedicato, Il cinema di Vittorio De Seta, a cura di Alessandro Rais, nel quale confluirono una decina di saggi di nomi prestigiosi legati al cinema di Vittorio.
Frutto di quel lavoro di recupero fu la prima retrospettiva completa dedicata al Maestro, che nel 1995 fece il giro della Sicilia. Insieme ai suoi lavori vennero proiettate alcune pietre miliari della storia del cinema mondiale grazie ad una memorabile Carte blanche nella quale De Seta volle inserire i registi che avevano ispirato il suo cinema: Ejzenstein, Bunuel, Ichikawa, Bergman, Grierson, Ivens, Dreyer, Renoir, Flaherty, Rossellini, Antonioni.
Negli anni successivi la Filmoteca Regionale è stata sempre associata al nome di Vittorio De Seta: dalla instancabile circuitazione delle sue pellicole in tutto il mondo, al sostegno finanziario e organizzativo delle sue nuove produzioni come Dedicato ad Antonino Uccello e Lettere dal Sahara, alla realizzazione del documentario di Salvo Cuccia Détour De Seta o al lavoro editoriale e audiovisivo che gli ha dedicato Franco Blandi.
La rilevanza dell’opera del Maestro ha sollecitato in anni recenti la necessità di attuare un processo di descrizione formale dei materiali posseduti dalla Filmoteca. La loro catalogazione, pertanto, è stata posta come uno degli obiettivi specifici del programma di attività, per rendere disponibili al pubblico in maniera efficace, tutte le informazioni sul patrimonio audiovisivo posseduto.

Cortometraggi

Lu tempu di lu pisci spata

Italia 1954, 10′

La pesca del pesce spada nello stretto di Messina e al largo delle isole Eolie, tra Reggio Calabria e Messina. Il documentario è suddiviso in tre momenti: l’attesa prima della pesca, la pesca e il ritorno. De Seta ha raccontato quello che ha visto e vissuto accanto a questi uomini semplici e ha lasciato che le immagini lo documentassero. Il sonoro e i canti popolari sono elementi che danno enfasi all’indagine giornalistica condotta con somma sobrietà. Sui titoli di testa si legge: «I canti, le voci e gli effetti sonori sono stati registrati interamente sul luogo e dal vero».

Isole di fuoco

Italia 1954, 10′

Documentario realizzato in occasione di una delle più violente eruzioni dello Stromboli, nell’arcipelago delle Eolie, all’epoca non ancora toccato dal turismo di massa. I tuoni, il mare in tempesta, i pescatori fuori con la barca, i bimbi e i vecchi nelle case, il sole, il canto religioso di una donna, i panni stesi e il contrappunto di un vento violento e le colate di lava finiscono nello scampanio dell’alba e nel canto popolare che accompagna il ritorno al sereno del mare tranquillo, della partenza dei pescatori, dei bambini e dei vecchi che ritornano ai loro lavori (cfr. G. Bernagozzi, Il cinema corto, Firenze, 1979).

Surfarara

Italia 1955, 10′
Girato in provincia di Caltanissetta, questo documentario racconta l’epopea dei lavoratori delle miniere di zolfo siciliane, il duro lavoro in condizioni disumane. Fanno da contrappunto alle immagini riprese nel sottosuolo i dorati esterni immersi nel sole.

Pasqua in Sicilia

Italia 1954, 10′

Processioni e festeggiamenti in provincia di Messina, Caltanissetta ed Enna in occasione della Pasqua. A San Fratello i Giudei, vestiti nel loro pittoresco tradizionale costume, percorrono le vie del paese suonando le trombe.
Con la maschera rosso cupo sul volto vogliono simboleggiare le forze del male che congiurarono e determinarono la morte di Cristo. A Delia ha luogo la rappresentazione della Passione: i sacerdoti e i soldati, al rullo dei tamburi, vanno a catturare Gesù, lo condannano e lo portano al calvario. Ad Aidone, il giorno di Pasqua, i Santuna ovvero gli Apostoli, che l’immaginario popolare vuole giganteschi, corrono ad annunciare la lieta novella alla Madonna.

Contadini del mare

Italia 1955, 10′
Trapani, Tonnara di Granitola, 1955. È arrivato il momento della pesca dei tonni: all’alba i pescatori salgono sulle loro imbarcazioni. Da millenni i tonni percorrono una rotta sempre uguale, bisogna solo attenderli con pazienza.
Arrivati al largo, gli uomini, sotto la guida del Raìs, dispongono le barche a formare un quadrilatero e facendo in modo che le barche chiudano il sistema di reti impedendo ogni passaggio alle prede. I tonni, braccati all’interno delle reti, vengono trafitti dagli arpioni e issati sulle barche agonizzanti, mentre il mare si tinge di rosso. Al tramonto un rimorchiatore traina le barche cariche di pesci verso la riva. Le esclamazioni, i canti dei tonnaroti, il rumore del mare sostituiscono ogni altra forma di commento sonoro.

Parabola d’oro

Italia 1955, 10′
La raccolta del grano in Sicilia è la parabola del raccolto dove si miete e si trebbia col mulo, col vento e col sudore. Gli uomini nei campi falciano il grano, caricano i covoni sui muli e li portano alle aie per la trebbiatura. Un contadino incita i muli cantando un’invocazione al sole, al vento e a Dio. Poi il riposo. Il regista cattura l’azione nel suo svolgersi naturale, senza imporre la presenza della macchina da presa. Egli stesso racconta come abbia rifiutato ogni finzione: «Se dovevo riprendere dei pescatori che dormivano aspettavo che dormissero sul serio, se mi occorrevano scene di mietitura invitavo i mietitori a continuare il loro lavoro come se nulla fosse». (Vittorio De Seta, La mafia e i contadini, in Cinema nuovo n. 95, 1 dicembre 1956).

Pastori a Orgosolo

Italia 1958, 12′
Il territorio di Supramonte è stato un tempo rifugio di banditi. I pastori tentano di sopravvivere insieme alle loro greggi: le immagini di apertura mostrano un pastore che discende il costone di un impervio monte. Si ode soltanto il rumore dei suoi passi sulle pietre, poi lancia un fischio di richiamo e poi un urlo, che si perde nel silenzio delle rocce. Recita la didascalia iniziale: «un pedinamento per cogliere dall’interno tutta la fatica di chi contende al freddo e alla fame le proprie greggi. Le immagini che seguono colgono un paesaggio fatto di neve e di vento, di interni di misere capanne, ove si ritmano le fatiche del lavoro dei pastori.
Il silenzio è rotto solo dai rumori dei gesti quotidiani, le grida di richiamo, il rumore degli attrezzi, il suono dei campanacci delle pecore, l’ululare del vento».

Un giorno in Barbagia

Italia 1958, 10′
Il documentario è stato girato ad Orgosolo, Oliena e Mamoiada. Il regista documenta scene di vita quotidiana: donne vestite di nero affaccendate per le vie del paese. Sono sempre le donne a zappare la terra e a raccogliere la legna. Parlano fra loro ma le voci non si sentono. Gli unici rumori sono quelli dell’ambiente. Al tramonto gli uomini ritornano in paese, si cena e si gioca a carte. De Seta anticipa la fondazione del “nuovo cinema etnoantropologico” documentando la realtà senza personaggi: «Un’opera tenue, dal ritmo spezzato, tutta giocata sulla semplicità di una ripresa che vuole cogliere il tipico ed evitare l’eccezionale» (Giovanni Leto, 1958).

Pescherecci

Italia 1958, 11′
È l’ultimo dei tre documentari sulla pesca realizzati dal regista negli anni ’50, sul quale lo stesso regista offre una testimonianza: «ho trascorso dodici giorni a bordo di un peschereccio a motore, sballottato dalla tempesta a sud di Lampedusa». De Seta documenta le attività e i disagi vissuti dai pescatori a bordo dell’imbarcazione: con carrucole ed argani tirano su i pesci e ogni sorta di detriti, dividono il pescato per tipologia e lo sistemano nelle cassette, sugli scarti gettati in mare si avventano stormi di gabbiani. Al tramonto i pescatori interrompono il lavoro e consumano un breve pasto, alcuni giocano a carte, poi vanno a riposare, mentre il mozzo lava i piatti con l’acqua di mare. Quando arriva la tempesta, le barche cercano rifugio nell’isola di Lampedusa.

I dimenticati

Italia 1959, 17′
Ultimo dei documentari di De Seta del primo periodo, è stato girato ad Alessandria del Carretto, in provincia di Cosenza. Negli anni Cinquanta in Calabria vi erano paesi isolati dal resto del mondo perché senza strada, questo il motivo che spinse il regista a documentare una realtà “dimenticata”, che si risveglia in primavera con una festa di antica memoria. Tra grida e musica un grosso abete viene trascinato giù per il pendio di un monte, poi innalzato in piazza e «conquistato» dagli uomini del paese. È la Festa di primavera o Festa dell’abete, una sorta di albero della cuccagna carico di premi.

Diaro di un maestro

regia / director Vittorio De Seta
Italia 1972 — 1975, 135’/ Italy 1972 — 1975, 135′
Ispirato a Un anno a Pietralata (1968) di Albino Bernardini, il film racconta l’esperienza vissuta da un giovane maestro napoletano che assume l’incarico in una scuola della periferia di Roma, nel quartiere Tiburtino III. Al maestro viene affidata una quinta elementare formata da ragazzi difficili. Avvia una sperimentazione pedagogica fatta di “dialogo-ricerca”. Nella realtà dei fatti l’esperimento provocò un ampio dibattito che coinvolse grandi studiosi. Diario di un maestro ha avuto il merito di sottoporre a processo una scuola incapace di rinnovarsi. Narrando della scuola De Seta in realtà affronta una denuncia sociale: lo sfruttamento e il lavoro minorile, l’analfabetismo, la disoccupazione, il problema degli alloggi popolari.

Vittorio De Seta maestro del cinema

soggetto / subject Pinangelo Marino
regia e animazione / direction and animation Simone Massi
produzione / production Serena Gramizzi – Bo Film
Italia 2016, 3′
senza dialoghi / no dialogues

De Seta ha filmato le persone alle quali egli per primo si è esposto, insegnandoci che vedere l’altro significa vedere con lui, trasformando i propri sogni e i propri ricordi. Il film di Simone Massi, una fiaba animata ispirata all’opera di uno dei più importanti registi italiani, scomparso nel 2011, ha lo scopo di richiamare il significato più profondo del concetto di “esposizione” al mondo. Vederlo, e sapersi trasformare con lui.