Cabaret Crusades
Il festival ha ospitato il lavoro di Wael Shwaky Cabaret Crusades, un vero e proprio ponte che congiunge le sponde opposte del Mediterraneo da Palermo al Cairo, l’arte contemporanea con la storia, il video-art con il teatro delle marionette.
L’artista egiziano Wael Shawky reinterpreta la prima crociata attraverso l’utilizzo di marionette del ‘800 della collezione Lupi di Torino e in parte fabbricate nei laboratori della scuola di ceramica della Provenza, Facoltà di Scienze di Aix.
L’artista dal 2010 sta sviluppando un film in quattro parti che rivede i presupposti religiosi della prima crociata contro Gerusalemme nel 1095-99. La regia si ispira al libro di Amin Maalouf: Le crociate con gli occhi degli arabi (1983). I due film, le prime due parti del lavoro non ancora completato, argomentano posizioni distanti dalla retorica ecclesiastica del Papa Urbano II.
Lo spettatore è catturato da scene cruenti e di massacro eppure, attraverso la distanza estetica causata dalle rigidità degli attori/marionette, ripercorre pienamente eventi storici in un’atmosfera magistralmente resa dalla splendida fotografia di Fabrizio La Palombara.
Cabaret Crusades: The Path to Cairo
“Cabaret Crusades: The Path to Cairo” (2012) è una interpretazione mitica della seconda fase delle spedizioni militari religiosamente sanzionate dal cristianesimo occidentale contro Gerusalemme e la Terra Santa che si svolgono tra la 1 ° e la 2 ° Crociata (1099-1149). Vengono indagate le relazioni tra i diversi paesi arabi e approfondisce un periodo storico in cui il potere politico in Medio Oriente si spostava in diverse città, stabilendosi al Cairo alla fine della seconda crociata. Gli attori del film sono delle marionette artigianali, ma altrettanto importante è la musica nello svolgimento della storia. Diretta dalla musica tradizionale dei pescatori di perle del Barhein, la colonna sonora e il testo della canzone, cantata da cori di bambini, sostengono e sottolineano l’esperienza intensa e mitico delle immagini del film.
Cabaret Crusades: The Horror Show File
Il film è una trasposizione delle cause e degli effetti delle campagne militari religiose sotto forma di immagini sulla base di una ricostruzione dei fatti attraverso gli occhi di coloro che dovevano affrontare l’invasione. Esso fornisce una descrizione precisa dei luoghi, in Medio Oriente e in Europa, che rappresentavano lo scenario delle prime Crociate. Per riportare in vita questi episodi, la produzione utilizza marionette di 200 anni altamente espressive, della collezione Lupi di Torino. Questo gioiello di tradizione piemontese locale è perfettamente adatto per una reinterpretazione contemporanea e internazionale degli eventi. Le marionette sono mosse da fili ben visibili e indossano i costumi dei personaggi che erano presenti nelle armate cristiane dell’Europa e negli eserciti musulmani durante i conflitti. Anche se l’argomento si basa su documenti e fatti storici, ciò che emerge è un’atmosfera surreale e mitica che mescola dramma e cinismo, raccontando una storia di eventi remoti, che non potrebbe essere più attuale oggi.
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