Diario Festival – Reportage – Untitled #1
Reportage – Untitled #1
A cura di Anna Dal Ben, Anna Merotto e Lorenzo Vergari
Foto by Benedetta Baron Cardin e Enxhi Dule
Consigliamo sullo sfondo: Across the universe – The Beatles
4 settembre
Camminiamo verso Palazzo Rinaldi per la conferenza stampa di apertura del Sole Luna Doc Film Festival. Lo staff ci ha appena investiti ufficialmente dell’incarico di redattori: nei prossimi giorni avremo l’onere e l’onore di raccontare il festival attraverso foto, articoli e interviste. Siamo studenti del Liceo Scientifico Leonardo Da Vinci e abbiamo aderito al progetto di alternanza scuola-lavoro nato dalla collaborazione dell’Istituto con l’Associazione Sole Luna–Un ponte tra le culture.
Treviso, piccola e raccolta, sembra il luogo ideale per fare da nido e da trampolino di lancio a un festival che, nato a Palermo dodici anni fa, ha tutte le potenzialità per crescere ulteriormente e diventare il fulcro di una rete ancora più grande di incontro e scambio tra le culture.
La Sala verde di Palazzo Rinaldi, affrescata e con un antico soffitto in legno, accoglie la conferenza. Ascoltando le parole di Lucia Gotti Venturato, fondatrice del Festival, dei direttori artistici e degli altri relatori, capiamo di essere coinvolti in un progetto ideato e fatto crescere da persone che hanno fatto del dialogo interculturale e della divulgazione attraverso il documentario una vera e propria vocazione e che sono riuscite con il loro entusiasmo a coinvolgere nel festival istituzioni, realtà imprenditoriali, professionisti e cittadini.
Di fronte a tanta passione ci rendiamo conto delle dimensioni dell’ingranaggio del quale ormai facciamo parte e si insinua in noi il timore di non soddisfare le aspettative per l’incarico che ci è stato affidato.
8 settembre
Mentre siamo in attesa, a Ca’ dei Ricchi, che le luci della sala si spengano e inizino le proiezioni, non sappiamo esattamente cosa aspettarci da questa serata. È il Pre Festival, la seconda tappa che anticipa l’avvio del Festival. In programma ci sono cinque cortometraggi di registi veneti.
Il nostro primo approccio ai film è stato quasi familiare: forse per la cadenza, forse per i temi toccati – che spaziano da problemi di integrazione e paura del diverso all’attenzione per l’ambiente – molti dei corti promossi da Veneto Film Network sembravano riferirsi a un mondo vicino al nostro. Lunedì inizia il Festival. È azzardato sperare di provare la stessa empatia durante le prossime proiezioni?
11 settembre
Inizio ufficiale. Dopo i saluti inaugurali, è prevista la presentazione di quattro film. Ca’ dei Ricchi e Palazzo dei Trecento aprono le danze con due documentari della rassegna Human Rights: Prison Sisters, la storia della prigionia di due donne afghane, e Donus-Retour, un inno al giornalismo e alla libertà di stampa.
Concludono la serata Les deux visages d’une femme bamiléké, la vita di una donna camerunense e il suo ritorno in patria, e La Chana, che fa invece parte della sezione Music in doc, una delle più grandi ballerine di flamenco che ci racconta la sua carriera.
Siamo spiazzati. Se da un lato la varietà di tematiche e di situazioni esprime appieno l’intento del Festival, dall’altro l’essere travolti in molteplici storie di vita profondamente diverse l’una dall’altra e lontane rispetto alla realtà abituale, è destabilizzante.
Rispondi