FOOD FOR LIFE
Food for life è una rassegna pensata in collaborazione con il Consorzio di Tutela del Prosecco DOC, main sponsor di Sole Luna Doc Film Festival fin dalla sua prima edizione trevigiana nel 2014. Per questo terzo anno proponiamo un ciclo di tre eventi dedicati al tema del gusto, del cibo e dell’ambiente nelle sue varie sfaccettature.
Ogni appuntamento sarà scandito da un panel con esperti del settore, da una degustazione offerta da produttori locali, con il sostegno di Ecor NaturaSì, e dalla proiezione di tre importanti e preziosi documentari: le Rupi del vino del maestro Ermanno Olmi, God save the green di Michele Mellara e Alessandro Rossi e Jiro e l’arte del sushi di David Gelb.
Ogni film è stato scelto, oltre che per la qualità stilistica, per stimolare la riflessione sulle tematiche affrontate: la viticoltura eroica, il ritorno alle terra e le contaminazioni culinarie tra oriente e occidente.
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GOD SAVE THE GREEN
Regia | Director Michele Mellara, Alessandro Rossi
Fotografia | Photography Marco Mensa, Michele Mellara
Montaggio | Editing Marco Duretti
Produzione | Production Mammut Film
Italia, 2012, 52’ v.o. con sottotitoli in italiano | v.o. with Italian and English subtitles
Negli ultimi anni, dovunque nel mondo, individui e piccoli gruppi di persone hanno cominciato a coltivare ortaggi nei loro fazzoletti di terra (giardini, orti, balconi, terrazze, spazi abbandonati delle città). Lo fanno perché esigono cibo fresco e salutare, perché vogliono cambiare in meglio il posto in cui vivono ed aumentare la qualità della loro vita. “God Save the Green” racconta storie di gruppi persone che, attraverso il verde urbano, hanno dato un nuovo senso alla parola comunità ed allo stesso tempo hanno cambiato in meglio il tessuto sociale e urbano in cui vivono. Le storie si svolgono nelle periferie di medie e grandi città del Nord e del Sud del mondo: Torino, Bologna, Nairobi, Casablanca, Teresina, Berlino.
Un film documentario che esce dalla logica della lamentela e della denuncia e che mette in luce il “saper fare” intelligente e vitale della gente.
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RUPI DEL VINO
Regia | Director Ermanno Olmi
Fotografia | Photography Massimiliano Pantucci
Montaggio | Editing Federica Ravera, Paolo Cottignola
Produzione | Production Ipotesi Cinema, Provincia di Sondrio, Banca Popolare di Sondrio, Fondazione Cariplo
Italia, 2009, 54’ italiano | Italian
“Cinque sono i motivi per bere: l’arrivo di un amico, la bontà del vino, la sete presente e quella che verrà, e qualunque altro…”. Ermanno Olmi torna al documentario e intraprende un viaggio tra la cultura della Valtellina, le sue tradizioni le sue vallate, le sue coltivazioni, i suoi vigneti sulle rupi e tutto quello che in quelle terre è prodotto dall’uomo per l’uomo.
Tra continue citazioni di frasi appartenenti a nomi illustri che si sono espressi sulle rupi della Valtellina, immagini dall’elicottero dei monti coltivati a terrazze e piani ravvicinatissimi degli acini e delle colture, mani che scavano e volti cotti dal sole, in Le Rupi del vino non ci sono considerazioni che non vengano dalle immagini.
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JIRO E L’ARTE DEL SUSHI
Regia | Director David Gelb
Fotografia | Photography David Gelb
Montaggio | Editing Brandon Driscoll-Luttringer
Produzione | Production David Gelb, Tom Pellegrini, Kevin Iwashina
USA-Giappone, 2011, 81’
Giapponese con sottotitoli in italiano | Japanese with Italian subtitles
“È la massima semplicità che conduce alla purezza”, è questo l’aforisma con cui si apre Jiro e l’arte del sushi, il documentario che ci parla dell’arte di un modo di nutrirsi che negli ultimi dieci anni ha conquistato il globo. Perché la potenza di questo film poggia pressoché interamente su un minimalismo dal sapore filosofico di cui Jiro Ono, il proprietario del Sukiyabashi Jiro di Ginza, quartiere di Tokio, è espressione vivente. Il sushi, una pietanza così strutturalmente semplice, diventa sintesi perfetta di un modo di vivere che lega in maniera armoniosa più dimensioni esistenziali, nell’oscillazione di un ferreo dualismo di stampo spiccatamente orientale: il pesce e il riso. Sono questi gli unici due ingredienti di un piatto apparentemente povero, eppure così denso di implicazioni perché non è sotto la lente della specificità che tali elementi vanno visti, bensì nell’ambito della loro indissolubile unione. Gelb costruisce un discorso di rara efficacia, la cui forma emana una bellezza quasi estatica, sorretto da una colonna sonora in cui convergono Cajkovskij, Mozart, Bach, Richter, ma soprattutto Philip.