Film screening: 3 days with Eyal Sivan

Cinema De Seta – 22 /25 maggio 2013

22 maggio, h. 20.30
Aqabat-Jaber, vie de passage
Belgio, 1987; colore, 81′; v.o. arabo, sottotitoli in italiano;
«Aqabat-Jaber è il più grande campo per i profughi palestinesi costruito dall’Onu in seguito all’esodo del 1948. Edificato a tre chilometri da Gerico, nel corso degli anni cinquanta il villaggio ha raccolto quasi sessantacinquemila palestinesi che, in seguito alla guerra del 1967, si sono spostati in territori più sicuri. La polvere del deserto e le crepe dell’abbandono rendono Aqabat-Jaber una città fantasma. Così la racconta Eyal Sivan che nel novembre del 1987, nei mesi precedenti la prima Intifada, vi trascorre qualche mese dando voce a chi la abita: anziani con il vivo ricordo delle loro terre, ragazzi che sognano un futuro diverso, bambini che la amano come se fosse la loro città. Un atto di denuncia di una delle tante soluzioni provvisorie che sono diventate l’unica realtà possibile»*.

 

23 maggio, h. 19.30
Itgaber: le triomphe sur soi
(prima parte: De la science et des valeurs; seconda parte: De l’État et de la loi)
Belgio, 1993; colore, 2 ´85′; v.o. ebraico, sottotitoli italiano;
«Ritratto-intervista al professore Yeshayahu Leibowitz, filosofo e scienziato nato in Lettonia, cresciuto a Berlino e poi fuggito in Israele. In un linguaggio divulgativo, Leibowitz si apre a una riflessione critica su ciò che fa l’uomo: la sua volontà, la sua libertà, ciò che sceglie e ciò che gli si impone, e su come, “trionfando su di sé”, egli superi la pesantezza di questo mondo»*.

 

24 maggio, h. 20.00
Un Spécialiste. Portrait d’un criminel moderne
Israele-Francia-Belgio-Germania-Austria, 1999; b/n 128′, v.o., sottotitoli italiano
«Israele 1961. Nella Casa del popolo di Gerusalemme, trasformata per l’occasione in tribunale, si svolge il processo ad Adolf Eichmann, gerarca nazista a capo del dipartimento IV-B-4 della sicurezza interna del Terzo Reich. L’accusa, articolata in quindici imputazioni, è di crimini contro il popolo ebraico e contro l’umanità per avere organizzato il trasporto nei lager nazisti di ebrei, sloveni, polacchi e zingari, ed essersi così reso responsabile dello sterminio di milioni di persone. Il processo, durato otto mesi, ebbe una grande risonanza mediatica e si concluse con la condanna a morte di Eichmann mediante impiccagione. L’evento, primo processo a essere stato ripreso integralmente in video, è ricostruito nello spirito del lavoro di Hannah Arendt, La banalità del male»*.

 

25 maggio
h. 19.00
Izkor, les esclaves de la mémoire
Francia, 1991; colore, 97′; v.o. ebraico, sott. Italiano
regia Eyal Sivan; fotografia Rony Katzenelson;
suono Rémy Attal; montaggio Jacques Cometz e Sylvie Pontoizeau; produttore esecutivo Ruben Korenfeld;
produzione Ima Productions, Rhea-Films Zdf, Adam Productions.
«“Izkor” significa “ricordati!” in ebraico: è proprio questo imperativo a dominare l’educazione dei bambini di Israele. Nel mese di aprile a Gerusalemme si susseguono feste e commemorazioni, e proprio durante questo periodo speciale il documentarista entra nel sistema scolastico israeliano per interrogare insegnanti e allievi sul senso della memoria. Fra le cerimonie e le ricerche dei ragazzi, Izkor indaga su quanto facilmente la commemorazione collettiva della storia del proprio paese possa essere strumentalizzata: a commentare il crescendo dei preparativi è il professor Yeshayahu Leibowitz, filosofo e scienziato ebreo»*.

 

h.21.00
Jaffa™. Storia di un marchio
Israele, Francia, Germania, Belgio 2009; 89’, v.o., sottotitoli italiano
(Premio Miglior montaggio Sole Luna Festival 2010)
«La storia della Palestina, diventata Israele sessant’anni or sono, si è articolata su rappresentazioni, immagini e stereotipi. Fra tutti i simboli di parte su questo paese, contrapposti, alimentati, trasmessi e accettati, solo uno è condiviso da Palestina e Israele: l’arancia. Raccontare la storia di questo simbolo significa raccontare la storia di questa terra. L’immagine delle arance coltivate in Palestina, e da oltre cent’anni conosciute in tutto il mondo con il nome di “arance di Jaffa” (diventate il marchio Jaffa™, simbolo dell’impresa sionista), è la cornice di questo film, che racconta la distruzione della Palestina araba sessant’anni fa, l’insediamento dello Stato israeliano e la sua storia»*.

 

*[Le sinossi sono tratte da: L. Mosso, C. Piccino, Eyal Sivan. Il cinema di un’altra Israele, Creative Commons, 2007, Agenzia X, pp. 133 sgg.]

Cinema De Seta – 22 /25 maggio 2013

Rassegna dedicata a Eyal Sivan

Sarà presente il Regista

 

22 maggio, h. 20.30
Aqabat-Jaber, vie de passage
Belgio, 1987; colore, 81′; v.o. arabo, sottotitoli in italiano;
«Aqabat-Jaber è il più grande campo per i profughi palestinesi costruito dall’Onu in seguito all’esodo del 1948. Edificato a tre chilometri da Gerico, nel corso degli anni cinquanta il villaggio ha raccolto quasi sessantacinquemila palestinesi che, in seguito alla guerra del 1967, si sono spostati in territori più sicuri. La polvere del deserto e le crepe dell’abbandono rendono Aqabat-Jaber una città fantasma. Così la racconta Eyal Sivan che nel novembre del 1987, nei mesi precedenti la prima Intifada, vi trascorre qualche mese dando voce a chi la abita: anziani con il vivo ricordo delle loro terre, ragazzi che sognano un futuro diverso, bambini che la amano come se fosse la loro città. Un atto di denuncia di una delle tante soluzioni provvisorie che sono diventate l’unica realtà possibile»*.

 

23 maggio, h. 19.30
Itgaber: le triomphe sur soi
(prima parte: De la science et des valeurs; seconda parte: De l’État et de la loi)
Belgio, 1993; colore, 2 ´85′; v.o. ebraico, sottotitoli italiano;
«Ritratto-intervista al professore Yeshayahu Leibowitz, filosofo e scienziato nato in Lettonia, cresciuto a Berlino e poi fuggito in Israele. In un linguaggio divulgativo, Leibowitz si apre a una riflessione critica su ciò che fa l’uomo: la sua volontà, la sua libertà, ciò che sceglie e ciò che gli si impone, e su come, “trionfando su di sé”, egli superi la pesantezza di questo mondo»*.

 

24 maggio, h. 20.00
Un Spécialiste. Portrait d’un criminel moderne
Israele-Francia-Belgio-Germania-Austria, 1999; b/n 128′, v.o., sottotitoli italiano
«Israele 1961. Nella Casa del popolo di Gerusalemme, trasformata per l’occasione in tribunale, si svolge il processo ad Adolf Eichmann, gerarca nazista a capo del dipartimento IV-B-4 della sicurezza interna del Terzo Reich. L’accusa, articolata in quindici imputazioni, è di crimini contro il popolo ebraico e contro l’umanità per avere organizzato il trasporto nei lager nazisti di ebrei, sloveni, polacchi e zingari, ed essersi così reso responsabile dello sterminio di milioni di persone. Il processo, durato otto mesi, ebbe una grande risonanza mediatica e si concluse con la condanna a morte di Eichmann mediante impiccagione. L’evento, primo processo a essere stato ripreso integralmente in video, è ricostruito nello spirito del lavoro di Hannah Arendt, La banalità del male»*.

 

25 maggio
h. 19.00
Izkor, les esclaves de la mémoire
Francia, 1991; colore, 97′; v.o. ebraico, sott. Italiano
regia Eyal Sivan; fotografia Rony Katzenelson;
suono Rémy Attal; montaggio Jacques Cometz e Sylvie Pontoizeau; produttore esecutivo Ruben Korenfeld;
produzione Ima Productions, Rhea-Films Zdf, Adam Productions.
«“Izkor” significa “ricordati!” in ebraico: è proprio questo imperativo a dominare l’educazione dei bambini di Israele. Nel mese di aprile a Gerusalemme si susseguono feste e commemorazioni, e proprio durante questo periodo speciale il documentarista entra nel sistema scolastico israeliano per interrogare insegnanti e allievi sul senso della memoria. Fra le cerimonie e le ricerche dei ragazzi, Izkor indaga su quanto facilmente la commemorazione collettiva della storia del proprio paese possa essere strumentalizzata: a commentare il crescendo dei preparativi è il professor Yeshayahu Leibowitz, filosofo e scienziato ebreo»*.

 

h.21.00
Jaffa™. Storia di un marchio
Israele, Francia, Germania, Belgio 2009; 89’, v.o., sottotitoli italiano
(Premio Miglior montaggio Sole Luna Festival 2010)
«La storia della Palestina, diventata Israele sessant’anni or sono, si è articolata su rappresentazioni, immagini e stereotipi. Fra tutti i simboli di parte su questo paese, contrapposti, alimentati, trasmessi e accettati, solo uno è condiviso da Palestina e Israele: l’arancia. Raccontare la storia di questo simbolo significa raccontare la storia di questa terra. L’immagine delle arance coltivate in Palestina, e da oltre cent’anni conosciute in tutto il mondo con il nome di “arance di Jaffa” (diventate il marchio Jaffa™, simbolo dell’impresa sionista), è la cornice di questo film, che racconta la distruzione della Palestina araba sessant’anni fa, l’insediamento dello Stato israeliano e la sua storia»*.

 

*[Le sinossi sono tratte da: L. Mosso, C. Piccino, Eyal Sivan. Il cinema di un’altra Israele, Creative Commons, 2007, Agenzia X, pp. 133 sgg.]

Share this post

Leave a Reply

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.