Milano, 2-7 maggio 2017: Sole Luna Doc Film Festival cura la rassegna dei documentari sui Diritti Umani nell’ambito Festival dei Diritti Umani di Milano
Sole Luna Doc Film Festival collabora per il secondo anno con il Festival dei diritti umani di Milano proponendo la selezione dei documentari in concorso scelti gli oltre 300 film provenienti da tutto il mondo iscritti al Sole Luna Doc Film Festival 2017.
Il Festival dei diritti umani, che si svolgerà dal 2 al 7 maggio alla Triennale di Milano, ha come tema quest’anno la libertà di espressione: parole e silenzi, libertà e limiti. L’immagine simbolo dell’edizione del festival è una frase sfocata di Jean Paul Sartre: “Ogni parola ha conseguenze. Ogni silenzio anche”, non è un bianco/nero netto, ma una gradazione di grigi. Lottare per la libertà d’espressione non è quindi solo combattere la censura, ma anche comprenderne le mille forme che può prendere, a volte intrecciate e conflittuali.
Con questo stesso spirito abbiamo selezionato i 19 documentari che partecipano in concorso al Festival dei diritti umani nella sezione DOC che veranno proiettati nell’arco della settimana al Teatro dell’Arte e Salone d’Onore presso la Triennale di Milano e 3 documentari per la sezione EDU dedicata alla scuole.
Scopri il programma del Festival dei diritti umani 2017!
SEZIONE DOC
A Woman’s Story di Azra Rashid (Canada 2015, 52’)
Alan di Mohammad Jouri (Iran 2015, 8’)
Alone Among the Taliban di Mohsen Eslamzadeh (Iran 2016, 65’)
Blaxploitalian: 100 Years of Blackness in Italian cinema di Fred Kuwornu (USA 2016, 60’)
Caravan Touareg di Arnaud Zajtman e Marlène Rabaud (Belgio 2016, 57’)
Dead Ears di Linas Mikuta (Lituania 2016, 42’)
Dönüş Return di Valeria Mazzucchi (Italia 2017, 50’)
Dove vanno le nuvole di Massimo Ferrari (Italia 2016, 72’)
Intégration Inch’Allah di Kathleen de Béthune (Belgio 2016, 59’)
Kolwezi on Air di Idriss Gabel (Belgio 2016, 70’)
L de Libertad di Javier Hernandez e Marc Guanyabens (Spagna 2016, 11’)
L’Eau Sacrée di Olivier Jourdain (Belgio 2016, 55’)
Ma fille Nora di Jasna Krajinovic (Belgio/Francia 2016, 16’)
P.E. Class di Jahar Salebi (Iran 2015, 15’)
Prison Sisters di Nima Sarvetsani (Svezia 2016, 90’)
Sasha di Fèlix Colomer (Spagna 2016, 54’)
See You in Chechnya di Alexander Kvatashidze (Georgia 2016, 69’)
The black sheep di Antonio Martino (Italia 2016, 72’)
Who’s gonna love me now? di Tomer e Barak Heymann (Israel 2016, 84’)
SEZIONE EDU
#MyEscape di Elke Sasse (Germania 2016, 90’)
Nuovo Alfabeto Umano di Alessandro Mian e Alessandro Cattaneo (Italia 2016, 55’)
Accademia della follia di Anush Hamzehian (Francia 2015, 52’)
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EDITORIALE DI LUCIA VENTURATO
“Per il secondo anno Sole Luna-Un ponte tra le culture ha curato la selezione della rassegna DOC del Festival dei Diritti Umani di Milano, un evento che, sin dal suo debutto, ha saputo attrarre un pubblico eterogeneo e che, nel suo insieme, ha rappresentato tutte le fasce d’età e degli strati sociali del territorio cittadino e della provincia; non solo italiani ma anche gruppi di migranti residenti o in attesa di riconoscimento.
Teniamo particolarmente a questa partnership nata con Reset-Diritti Umani per la profonda condivisione degli scopi associativi, per il comune sentire la necessità di trattare temi scomodi e difficili, ma parte integrante del nostro quotidiano, per l’importanza di farlo in una città metropolitana come Milano, principale polo industriale, commerciale, finanziario italiano, ponte naturale di collegamento con la Mittel-Europa. All’orgoglio di essere parte di questa squadra si aggiunge il senso di responsabilità crescente nel proporre allo spettatore il meglio del cinema del reale internazionale. Presenteremo in DOC 19 film in concorso e per il programma EDU 3 film fuori concorso. Nel comporre la rassegna dal punto di vista documentale abbiamo seguito il filo narrativo-antropologico, mentre dal punto di vista artistico non è stato difficile fare una selezione esauriente mantenendo un equilibrio tra importanza del racconto e valore della regia, grazie al gran numero di iscrizioni pervenute e generalmente di qualità.
Il tema della seconda edizione del FDU è “la libertà di espressione”; la centralità di questo diritto nella rosa dei diritti dell’uomo ci ha diretto verso più declinazioni del tema stesso trattandolo, oltre che mettendo in risalto il suo significato più stretto, anche in senso intimista come “libertà di pensiero” e “libertà di esprimere la propria diversità”, dal punto di vista giornalistico come “indagine” e ancora, in un’accezione più ampia, come “multiculturalismo”. Tra i tanti film, la storia di Nora che raggiunge Daesh in Siria, di Saar malato che torna a morire in Israele, di Alex che segue la guerra in Cecenia, di Mohesen alla scoperta dei Talebani nel loro habitat, dei 100 anni di pregiudizi nel cinema italiano.
Non poteva quest’anno mancare un focus specifico sulla questione dei flussi migratori e delle problematiche loro connesse; il viaggio, la sopravvivenza, l’arrivo, la speranza, l’accoglienza, il rifiuto, le pratiche legali, l’agognato lavoro. Tra questi racconti c’è finalmente la possibilità di apprezzare il lavoro di tante realtà istituzionali e volontarie poco note sia italiane che europee che con tenacia aiutano i migranti costituendo veri e propri esempi propositivi da seguire.
Sole Luna-Un ponte tra le culture ha scelto per Milano storie di uomini, di donne e di bambini che esprimono forza, coraggio, lealtà, solidarietà, dolore consapevole, speranza di riscatto; persone che non sono alla ricerca di pietà compassionevole e di elemosina, ma che sono semmai desiderosi di trovare finalmente una fonte ricca di quella pietas che è dovere primario dell’uomo.”
Lucia Gotti Venturato
Presidente Associazione Sole Luna-Un ponte tra le culture
Vai al sito del Festival dei Diritti Umani
Ecco i vincitori della sezione DOC #FDUmilano, rassegna curata da Sole Luna Doc Film festival che ha selezionato, fra gli oltre 400 pervenuti da tutto il mondo, 19 produzioni in concorso e 3 fuori concorso con il meglio del cinema del reale internazionale.
Premio della Giuria al miglior documentario > Dead Ears di Linas Mikuta (Lituania 2016, 42’)
Premio Reset DOC Dialogues on Civilizations-Diritti Umani > Dönüş-Return di Valeria Mazzucchi (Italia 2017, 50’)
Menzione Speciale della giuria a P.E. Class di Jabar Salehi (Iran 2015, 15’)
Premio della Giuria al miglior documentario > Dead Ears di Linas Mikuta (Lituania 2016, 42’)
MOTIVAZIONE: per l’essenzialità sontuosa con cui viene raccontata una storia universale di struggente difficoltà di dialogo, e per la delicatezza con cui riesce a descrivere un rapporto di amore che implode in tensione e rabbia, catturando con immagini potenti – e allo stesso tempo semplici e folgoranti – una realtà che acquista una dimensione sempre più simbolica e astratta, il premio della Giuria al miglior documentario va a Dead Ears di Linas Mikuta.
Premio Reset DOC Dialogues on Civilizations Diritti Umani > Dönüş-Return di Valeria Mazzucchi (Italia 2017, 50’)
MOTIVAZIONE: per la capacità di trasmettere la trasformazione politica di un paese, la Turchia, attraverso lo sguardo e la vita professionale e privata di un corrispondente estero, in un film immerso nell’attualità più recente e il caso Gabriele Del Grande è solo uno degli oltre 100 giornalisti incarcerati sotto il governo di Erdogan.
Ancora oggi si legge di violazioni di diritti umani e della libera informazione su cui la politica di Erdogan ha attuato un giro di vite con la soppressione del pluralismo di voci e di comunità così identitarie per la Turchia. Il percorso del protagonista segue per oltre vent’anni la storia Turca, una promessa non mantenuta di una strada multietnica, democratica e multireligiosa, in un paese di maggioranza musulmana. Il premio Reset per i diritti umani va a Dönüs / Return di Valeria Mazzucchi.
Menzione Speciale della giuria > P.E. Class di Jabar Salehi (Iran 2015, 15’)
MOTIVAZIONE: per il tocco leggero che accarezza una realtà di confine – tra Iran e Iraq, tra desiderio e possibilità, tra passione e futuro – attraverso lo sguardo dei bambini e la loro innocente ma inarrestabile voglia di “giocare” che s’infrange sul “campo minato” degli assurdi e incomprensibili giochi di potere dei “grandi”, la menzione speciale della giuria va a P.E. Class di Jabar Salehi.