La SIAC, Società Italiana di Antropologia Culturale, si è costituita nel 2017 a seguito della fusione di due precedenti società scientifiche di settore (AISEA e ANUAC) nate rispettivamente nel 1990 e nel 2006, con l’intento di riunire in un’unica e solidale società scientifica le antropologhe e gli antropologi impegnati tanto nel contesto accademico quanto nella scena pubblica e sociale. Essa promuove gli studi e favorisce lo sviluppo della comunità scientifica nel campo delle scienze demoetnoantropologiche, svolgendo la propria attività nell’ambito della ricerca scientifica, della formazione, universitaria e professionale, e nei diversi settori che richiedono una applicazione degli strumenti e dei metodi elaborati all’interno delle discipline antropologiche. Dallo scorso anno la SIAC è partner del Festival e per questa edizione ha curato la selezione dei due documentari di seguito presentati, su temi centrali nel dibattito antropologico nazionale e internazionale. Alle proiezioni seguirà un dibattito cui prenderanno parte, in presenza e da remoto, componenti del consiglio direttivo e i registi dei documentari.


Palimpsest of the Africa Museum

Regia / Directors Matthias De Groof, Mona Mpembele
Fotografia / Photography Matthias De Groof
Montaggio / Editing Sebastien Demeffe
Musica originale / Original music Ernst Reijseger
Produzione / Production Cobra Films
Coproduzione / Coproduction Atelier Graphoui con il sostegno di Vaf (Vlaams Audiovisueel Fonds)
Belgio 2019, 69′
francese, inglese con sottotitoli in inglese e italiano / French, English with English and Italian subtitles

Nel 2013 il Museo Reale dell’Africa Centrale chiude per rinnovarsi. Non solo le sale espositive devono essere rinnovate, ma è lo spirito stesso del museo che deve essere condotto al tempo presente. Il museo convoca gli esperti e si avviano le consultazioni con i rappresentanti di organizzazioni africane, raccolte nel COMRAF, il Comité de Concertation des Associations Africaines, al cui interno si discute molto animatamente del processo di decolonizzazione. Mentre viene smontata la statua di Leopoldo II, il suo fantasma si aggira per le sale e per i corridoi. Il rinnovamento del Museo dell’Africa Centrale rappresenta l’opportunità per dare un’interpretazione moderna all’esistenza stessa del museo e alla sua missione. Gli animali selvatici impagliati, le maschere tradizionali e gli artefatti polverosi devono indicare la strada per una più completa e moderna visione dell’Africa. Esporre i minerali estratti del suolo congolese non ha più una motivazione semplicemente scientifica. È necessario inoltre considerare le terribili condizioni in cui le materie prime venivano estratte, e le conseguenze devastanti sulla società congolese. Per rimuovere dal maestoso edificio il suo carattere coloniale è tuttavia necessario porsi alcune domande fondamentali: in questo luogo, chi guarda chi? e la storia di chi viene raccontata?

Beewildered companion

Regia / Directors Felix Remter, Miriam Remter
Fotografia/ Photography Felix Remter
Grafica / Graphics Florian Geierstanger
Montaggio/Editing Miriam Remter
Produzione/Production primate visions Remter & Remter GbR
Germania 2020, 87′
tedesco, inglese, russo con sottotitoli in inglese e italiano
/ German, English, Russian with English and Italian subtitles

Un’immersione nelle molteplici connessioni socio-materiali tra umani e api in tempi di malattie globalizzate. Innescata dalla migrazione di un piccolo parassita delle api dalle regioni dell’Asia, la pratica dell’apicoltura oggi in Europa è profondamente minacciata. La ricerca di pratiche nuove e migliori è anche una lotta tra diversi immaginari sullo status ontologico dell’ape, intesa come animale domestico oppure selvatico. È possibile ed è opportuno controllare una grave malattia con i farmaci, piuttosto che con l’allevamento? Oppure è meglio che gli umani rinuncino ad avere il controllo, come nel mestiere da tempo perduto dell’apicoltura negli alberi? Questa tradizione è ancora viva solo nelle profonde foreste della Bashkiria. L’appropriazione culturale di questa conoscenza in Europa centrale potrebbe essere il fondamento importante di una soluzione sostenibile alla crisi. Tre capitoli multisensoriali osservativi e tre approcci discorsivi pluri-vocali giustappongono i divergenti atteggiamenti interiori con le corrispondenti pratiche di cura degli animali.