#MYESCAPE

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Regia | Director Elke Sasse
Fotografia | Photography Fariba Nilchian, Oliver Gurr, Marcel Schmitz, Frank Lehmann, Jean Schablin
Montaggio | Editing Janine Dauterich
Produzione | Production Berlin producers film GmbH & Co. KG
Germania, 2016, 90’, arabo e inglese con sot- totitoli in inglese e italiano | Arabic and English with Italian and English subtitles

 

#MYESCAPE narra il viaggio a cui si sottopongono i rifugiati provenienti dall’Afghanistan, dalla Siria e l’Eritrea, dal momento che le condizioni nei loro paesi sono diventate sempre più invivibili. Centinaia di migliaia si stanno lasciando alle spalle il loro paese, le famiglie e le vecchie vite, alla ricerca di un minimo di sicurezza e libertà. In molti casi, il telefono cellulare è diventato lo strumento essenziale per facilitare l’organizzazione di quelli in fuga e un compagno onnipresente grazie al quale molti hanno potuto documentare le loro esperienze.
Si è scelto di utilizzare filmati girati dagli stessi rifugiati per mostrare un resoconto di prima mano attraverso i loro occhi e le loro lenti. La fotocamera era lì con loro quando le bombe hanno colpito le loro strade e le case sono state ridotte in macerie, quando hanno rischiato la loro vita per attraversare le frontiere a piedi, in barca, in treno o in macchina. Le loro memorie costituiscono una forma di narrazione unica che ci permette uno sguardo molto personale nelle loro vite prima, durante e dopo la fuga, lasciandoci un’impressione realistica.

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A WALNUT TREE

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Regia | Director Ammar Aziz
Fotografia | Photography Danyal Rasheed
Montaggio | Editing Khushboo Agarwal
Pakistan, 2015, 81’, pashtu e urdu con sottoti- toli in inglese e italiano | Pashto e Urdu with English and Italian subtitles

 

 

Un vecchio ha nostalgia di una patria lontana. Vuole tornare. La sua famiglia, sfollata a causa del conflitto in corso tra l’esercito pakistano e i talebani e costretta a vivere in un campo, si trova intrappolata tra i ricordi della vita di un tempo, un presente precario e un futuro desolante. Una volta di più, ci si interroga se sarà lui a rischiare un ritorno nella sua patria.

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ASMARINA

Asmarina
Regia | Director Alan Maglio, Medhin Paolos
Fotografia | Photography Federico Giammattei, Alan Maglio
Montaggio | Editing Walter Marocchi
Produzione | Production Alan Maglio e Medhin Paolos
Italia, 2015, 68’ italiano con sottotitoli in inglese | Italian with English subtitles

 

 

La comunità eritrea/etiope è presente in Italia da almeno mezzo secolo, integrata nel tessuto cittadino in maniera socialmente e culturalmente attiva. A partire dai documenti fotografici che costituiscono la memoria collettiva della comunità, il film raccoglie l’eredità delle storie personali, indagando le sfumature dell’identità, della migrazione e delle aspirazioni delle persone. Ne risulta una narrazione corale che porta alla luce una eredità postcoloniale fino ad oggi poco approfondita: dalle storie di vita quotidiana di chi vive in città da anni, di chi ci è nato, fino all’accoglienza dei profughi appena arrivati.

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DI LÀ

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Regia | Director Giulio Tonincelli
Fotografia | Photography Giulio Tonincelli
Montaggio | Editing Giulio Tonincelli
Produzione | Production Giulio Tonincelli
Italia, 2015, 8’, italiano con sottotitoli in inglese | Italian with English subtitles

 

 

Il film racconta la storia di Erminando, fotografo e professore di fotografia di moda di un’accademia di Milano, cresciuto a Brescia dove ha studiato fino al conseguimento della laurea. Nell’aprile del 2014, dopo oltre 20 anni dall’arrivo in Italia, decide di tornare nella sua Albania. Il ritrovarsi nei luoghi e con le persone della sua infanzia fanno riaffiorare le sensazioni e l’esperienza di quella notte di novembre quando, grazie alla coraggiosa scelta della madre, la sua vita cambiò radicalmente.

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HABITAT

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Regia/Director Emiliano Dante
Fotografia/Photography Emiliano Dante
Montaggio/Editing Emiliano Dante
Produzione/Production Dansacro
Italia, 2015, 55’, italiano/Italian

 

Habitat è un film fatto di note personali sulla vita a L’Aquila dopo il terremoto. Il documentario racconta la storia di tre ex compagni di tenda rimasti a L’Aquila.Dopo il terremoto Alessio prima diventa uno squatter, poi un agente immobiliare; Paolo, che viveva affittando le sue proprietà in centro, si dedica anima e corpo alla pittura. Emiliano, che aveva già realizzato un documentario in tendopoli, analizza dall’interno la realtà alienante dei progetti C.A.S.E. promossi da Berlusconi, subendo e affrontando il loro essere “non luoghi”, cioè luoghi senza identità, lontani tanto dal tessuto urbano quanto da quello storico e culturale della città.

Teaser

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LA MIA CASA E I MIEI COINQUILINI

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Regia | Director Marcella Piccinini
Fotografia | Photography Raoul Torresi, Gigi Martinucci, Marcella Piccinini, Marcello Dapporto
Montaggio | Editing Paolo Marzoni, Marcella Piccinini
Produzione | Production Marcella Piccinini
Italia, 2016, 57’, italiano con sottotitoli in inglese |Italian with English subtitles

 

 

Marco Bellocchio nell’intervista fatta a Joyce Lussu nel 1994 parla del suo atteggiamento nei confronti della vita privo di sogni e di illusioni, ma estremamente attivo, chiedendole come sia possibile trasmettere le cose straordinarie che ha vissuto. Parlano di lei la sua borsetta di paglia ancora appesa ad una porta della sua camera, il cucù della sala, la sedia a dondolo di vimini, i suoi pettinini colorati appoggiati in bagno vicino allo specchio, i tappeti sardi, i fiori che Angela pone sempre sul tavolo della cucina, le canne che danzano con il vento. La casa di Joyce Lussu a Fermo, nelle Marche, è una casa che respira di vita, di una vita molte volte drammatica ma anche ricca di poesia. Il periodo da esule con Emilio Lussu a Parigi, le lotte delle donne in Sardegna, le traduzioni dei poeti che scrivevano “poesia utile”, quella che arriva direttamente, senza troppe parole, alla conoscenza di altre realtà e al sentimento. Ma i viaggi di Joyce non sono fatti di sole parole: sono soprattutto le tappe di una sua partecipazione attiva a una lotta comune, senza distinzioni di genere, per un’umanità più pacifica e più giusta.

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MY ENEMY, MY BROTHER

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Regia | Director Ann Shin
Fotografia | Photography Brendan Uegama
Montaggio | Editing Steve Guise
Produzione | Production Nyt Opdocs & Fathom Film Group / Melanie Horkan
Canada, 2015, 17’ inglese con sottotitoli in inglese e italiano | English with Italian and English subtitles

 

 

Zahed e Najah sono stati nemici della Guerra Iran-Iraq e sono diventati fratelli di sangue per la vita. Venticinque anni dopo aver salvato la vita dell’altro sul campo di battaglia, essi si incontrano di nuovo, in Canada, per puro caso. Considerata la recente copertura mediatica delle vicende in Medio Oriente, questa emozionante storia di Najah e Zahed è una sorprendente affermazione di umanità che trascende i confini politici.

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SU CAMPI AVVERSI

su campi avversi Martin_Giletta
Regia | Director Andrea Fenoglio, Matteo Tortone
Fotografia | Photography Matteo Tortone, Francesca Cirilli, Andrea Fenoglio
Montaggio | Editing Andrea Fenoglio, Matteo Tortone
Produzione | Production Produzione Spinosa
Italia, 2015, 63’ italiano, francese, dialetto burkinabè e dialetto piemontese sottotitoli in Italiano e inglese | Italian, French, Burkinabe and Piemontese dialect with English and Italian subtitles

 

In una città del nord Italia, ogni anno arrivano centinaia di migranti stagionali, tutti di origine subsahariana in cerca di lavoro nella frutticoltura. Vengono ospitati in un campo di accoglienza che sorge sulle terre espropriate a un contadino, ormai rintanatosi in un piccolo recinto, tra macchinari immobili, il suo camper e i suoi cani. Il documentario racconta due sconfitte attraverso lo sguardo di due autori: “il campo” di Matteo Tortone e “il recinto” di Andrea Fenoglio. Due storie di delusione, isolamento e speranze disattese, ma non ancora abbandonate. Due punti di vista estremi di una realtà sola, resa vivida da linee di contatto che hanno origini profonde e che trascendono distanze spaziali e sociali, di fronte ad una realtà che isola, depreda, rinchiude, sfrutta e distorce le logiche produttive; i braccianti africani e il contadino si trovano faccia a faccia con le loro necessità più impellenti: mangiare, espletare i propri bisogni, cercare affetto, sopravvivere. Un uomo senza terra è solo un uomo, in balia di circostanze sempre più avverse. Il sorriso malinconico dei migranti è rivolto indietro a un luogo, lontano nello spazio. Quel che resta dell’entusiasmo del contadino, invece, guarda a un tempo che non c’è più, al padre di suo padre e alla terra che è la loro memoria.

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TIDES. A HISTORY OF LIVES AND DREAMS LOST AND FOUND (SOME BROKEN)
Maree – Storia di vite e sogni perduti e trovati (Alcuni infranti)

tides
Regia | Director Alessandro Negrini
Fotografia | Photography OddGeir Saether
Montaggio | Editing Stuart Sloan
Produzione | Production Alessandro Negrini Film Productions, William Silke, Docucity
Irlanda, 2016, 40’, inglese con sottotitoli in italiano | English with Italian subtitles

“Immagina un’isola. All’interno di questa isola c’è un’altra isola. E all’interno di quest’altra isola c’è una città; una città con due nomi diversi. Dentro questa città dai due nomi, scorre un fiume. Questa è la sua autobiografia”. Può il racconto di un fiume rivelare il significato di una vita imprigionata dalla Storia? Nonostante la fine del conflitto, in Irlanda del Nord c’è ancora una città con due nomi diversi: Derry, per i cattolici, Londonderry per i protestanti. Nel mezzo della città scorre un fiume, il Foyle, che separandole fisicamente, ne è diventato nello stesso tempo il loro confine.
Il film, narrato dal punto di vista del fiume stesso, attraverso immagini oniriche e materiale d’archivio realizzato da persone comuni negli anni ’60 e ’70, ci invita a scoprire la sua storia: che cosa ha visto questo fiume, diventato un muro liquido, che cosa ha udito, a cosa ha partecipato in questo suo lungo scorrere verso l’oceano? Cosa potrebbe dirci? Cosa sa di noi? Muovendosi tra la memoria e il presente, il fiume Foyle ci invita a riflettere su questioni che che vanno al di là dei suoi confini: che cos’è un confine? I sogni di coloro che vissero prima del conflitto, sono diversi da quelli sognati oggi? E soprattutto, cosa è accaduto ai nostri sogni?

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